Un prototipo di modulo abitativo autonomo energeticamente, realizzato con materiali di riciclo, di soli 33 mq…non è fantasia. E’ stato realizzato davvero. Volete vederlo?
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Ve lo ricordate l’architetto Renato Arrigo? Ve ne avevo parlato qualche tempo fa, facendovi fare il tour virtuale della sua casa di vacanza a Taormina, quella pazzesca di soli 25 mq col letto matrimoniale sali-scendi.
Ecco proprio lui, insieme alla collega architetto Adele Puglisi: è tornato con un altro pazzesco progetto di cui non potevo non parlarvi. Le parole chiave da sole bastano: autonomia, riciclo, mimesi con l’ambiente naturale.
Io già da qui ne ero innamorata, poi ovviamente sapere che il progetto di questo prototipo era di Renato è stata la chiave di volta. Volete vedere com’è questo modulo abitativo?
UN PROTOTIPO ABITATIVO AUTONOMO E GREEN
Questo prototipo di modulo abitativo di soli 33 mq è stato realizzato a Messina dal team coordinato dal dott. Vincenzo Antonucci (Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia “Nicola Giordano” del Consiglio Nazionale delle Ricerche). È destinato a più usi: turismo, social housing ma anche emergenze abitative.
Questo modulo è ovviamente una campione dimostrativo, che serve a dimostrare che risultati incredibili si possono raggiungere quando innovazione e rispetto della natura si coniugano.
Il modulo è indipendente energeticamente, utilizzando l’idrogeno e il fotovoltaico; le pareti esterne sono rivestite di pareti verdi verticali, che hanno due funzioni: funzione coibentante e di mimesi con l’ambiente naturale. In questo modo l’integrazione con ciò che circonda il prototipo è un elemento fondamentale, evitando l’effetto pugno in un occhio che troppo spesso vediamo.
Già tutto questo potrebbe bastare a farci capire quanto sia eccezionale questo progetto, ma non è finita qui. All’interno a pavimento c’è una moquette realizzata con reti da pesca riciclate. Le vedete le morbide pareti? Sono pareti tessili, con dei visori all’interno, che fanno vedere dei filmati divulgativi, quando ci si sofferma a guardare. Quando ci si passa davanti invece, rilasciano onde sonore e visive.
Le pareti a specchio invece nascondono monitor su cui passano guide didascaliche. All’ingresso dei sensori (che vengono tarati di volta in volta) permettono di dare vita a scenari cromatici sempre diversi, in base all’atmosfera desiderata.
Il bianco che è simbolo di purezza e pulizia, diventa un prisma in continuo cambiamento grazie alle pareti a specchio e agli scenari cromatici.
Un gioiello della progettazione architettonica, che è indipendente energeticamente, creativo, rispettoso della natura e in sintonia con il nostro mondo di nuovi nomadi.
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